Il Commodore 64 compie 40 anni

In questi giorni a Las Vegas si sta svolgendo l’edizione 2022 dell’International Consumer Electronics Show (Winter CES), la fiera dell’elettronica di consumo voluta dalla Consumer Technology Association a partire dal 1967.

Esattamente 40 anni fa, i primi di gennaio del 1982, Commodore espone al CES il Commodore 64. In realtà si tratta solo di un prototipo e il prodotto industrializzato e pronto alla vendita viene presentato soltanto sei mesi dopo a Chicago durante l’appuntamento estivo del CES.

L’idea del VIC-40, questo è il nome iniziale del progetto, prende corpo in Commodore nel novembre del 1981; deve essere il degno successore del VIC-20, che era stato il primo computer per le masse, e nell’intenzione di Jack Tramiel (fondatore e presidente di Commodore) il VIC-40 deve competere direttamente con l’Apple II Plus da 48KB: il VIC-40 dovrà avere 64KB di memoria! In Commodore era consuetudine fare incredibili corse per presentare nuovi prodotti ad ogni CES e i progettisti immaginano di portare il nuovo computer al Summer CES di giugno 1982 ma Jack Tramiel lo vuole prima: deve essere pronto per gennaio! Vengono incaricati del progetto Bob Yannes, Robert Russel e Dave Ziembicki. Iniziano a progettare la nuova macchina dopo il giorno del Ringraziamento del 1981 in un vero tour de force per completare in tempo il lavoro; Robert Russel racconta:

Nel mezzo del laboratorio dell’edificio, ci conquistammo un angolo della stanza e lavorammo 20 ore al giorno, 7 giorni a settimana per far funzionare i prototipi” (da “Sulla cresta… del baratro” di Brian Bagnall)

Per tutta la durata dello sviluppo viene mantenuto l’assoluto segreto tanto che neppure il settore commerciale, che dovrà promuovere il computer all’imminente CES, viene messo al corrente della nuova macchina.

Yannes, che in generale sposava la filosofia dei computer a basso costo di Jack Tramiel, ha intenzione di progettare il computer più economico possibile perché, come lui stesso ammette, questo è il suo approccio alla tecnologia. Molte parti del VIC-40, ovvero del C64, sono come sono proprio a causa dei vincoli temporali: non c’è tempo per azzardare altro. Per il video si affidano al chip VIC-II su cui MOS lavora solo dallo scorso aprile e per l’audio al SID (progettato dallo stesso Yannes). Per le cartucce Yannes decide di utilizzare quanto già sviluppato per la Max Machine. Per il case decidono di riutilizzare le plastiche del VIC-20 e per il CES le verniciano con uno spray.

Per la fine di dicembre, dopo poco più di un mese, il progetto è completo. In realtà alcuni chip ancora non funzionano bene ma alla MOS Technology riusciranno ad ottenere i chip video una settimana prima dello show.

In fretta e furia vengono realizzati alcuni software demo per fare bella mostra di tutte le caratteristiche video e audio dei chip VIC-II e SID.

A gennaio del 1982 arrivano al CES con alcuni prototipi, delicatissimi ma funzionanti. Non c’è un piano strategico per esporre i computer. Non c’è nulla di organizzato per presentare degnamente quella macchina su cui gli ingegneri hanno dato l’anima. La direzione commerciale, che non è stata coinvolta fino a quel momento, va su tutte le furie. Riescono comunque a preparare rapidamente una presentazione impressionante e il C64, complice anche un prezzo di lancio molto interessante (595$), ottiene un grande successo.

La Commodore conclude il CES con la convinzione di avere in mano una macchina strepitosa che potrebbe superare i numeri di vendite fatti dal VIC-20. E sarà davvero così.

Il C64, per un totale di 9 modelli arrivati in commercio, sarà venduto in oltre 20 milioni di esemplari. Ancora oggi, a distanza di quaranta anni, è oggetto di culto tra i collezionisti di computer vintage.

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